Con l’Ovetto Kinder è Pasqua tutti i giorni
- patrizia gaboardi
- 21 gen 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Curiosità, stupore e golosità non si esauriscono mai: il signor Ferrero deve averlo certamente intuito dal principio e sono questi i tre ingredienti che hanno reso l’Ovetto Kinder famoso nel mondo

Ed eccolo lì, vicino alle casse del supermercato: piccolo, rotondo, di cioccolato e avvolto in una carta blu e rossa. È sempre stato lì, da quando la Ferrero lo ha messo in commercio. Come resistergli?! Ed ecco che i bambini di generazione in generazione dal 1974 lo vogliono… per il cioccolato, la forma e la sorpresa! Di cosa sto parlando?! Dell’ovetto Kinder.
Creato per la prima volta in Piemonte nel 1974 da Michele Ferrero - figlio di Pietro il fondatore dell'industria Ferrero - e da William Salice, l’uovo di Pasqua in miniatura nacque dall’intuizione ed il desiderio di voler dare ai più piccoli "la Pasqua ogni giorno" con una versione decisamente ridotta del tradizionale uovo pasquale.
Come sappiamo, le uova di Pasqua hanno sempre riscosso un grande successo presso il pubblico dei più piccoli sia per il cioccolato che per la sorpresa contenuta all’interno, e dunque perché non produrre un piccolo uovo di cioccolato con la sorpresa da acquistare tutti i giorni dell’anno?
Nasce proprio così il Kinder Sorpresa, un piccolo ovetto di cioccolato al latte all’interno del quale viene inserita una capsula di plastica contenete una piccola sorpresa divertente, colorata e giocosa.
Amatissimo, l’Ovetto Kinder tutt’ora racchiude il magico momento della sorpresa e del gioco.

In una intervista, Salice spiegava: “L’ovetto nasce fondamentalmente dalla povertà degli anni ’70, quando non esistevano ancora negozi di giocattoli ma non si voleva deludere i ragazzi. È nato così, come un elemento di gioco da inserire nella quotidianità. C’era sempre bisogno del genitore o di un adulto per aiutare il bambino nella fase di costruzione della sorpresa; il benefit era ottenere un sorriso, far vivere l’emozione della scoperta. Dico sempre che il suo target di riferimento va dai 3 ai 93 anni”.
Già, infatti la sorpresa non è mai stata un dettaglio di poco conto di questa idea commerciale, è a tutti gli effetti un momento in cui il bambino viene messo alla prova perché il contenuto all’interno della capsula spesso è da montare. Unire tutti i pezzi del gioco è sicuramente una sfida per il bambino che chiede aiuto ai genitori per poterle assemblare con l’ausilio delle dettagliate istruzioni in forma di bigliettini pieghevoli. Era ed è quindi un momento di condivisione all’interno della famiglia.
Le sorprese non montabili, le cosiddette sorpresine monopezzo, affiancarono le tradizionali verso la fine degli anni Novanta, da allora il bambino ha la possibilità di aprire l’ovetto e trovarvi dentro l’involucro, rigorosamente giallo (come ogni tuorlo d’uovo che si rispetti), il gioco già pronto. A tal proposito ricordiamo: le Tartallegre, le Ranoplà i Coccodritti, i Fantasmini … io le ho ancora, non credo riuscirò mai a sbarazzarmene!

In questo contesto delle sorpresine non mancano i collezionisti… tanti, tantissimi! Se consideriamo poi che i cambiamenti di gusti e costumi sono sempre più veloci, è incredibile come il Kinder Sorpresa, insieme agli altri prodotti della linea Kinder, rappresenti davvero una certezza per grandi e bambini.
Insensibile alle mode così come lo è la curiosità dei bimbi ed il loro desiderio di scoperta che li spingono, una volta arrivati davanti alle casse del supermercato – che sia nelle grandi città o nel piccolo paesino di provincia - a desiderare quell’ovetto.
Curiosità, stupore e golosità non si esauriscono mai: il signor Ferrero deve averlo certamente intuito dal principio e sono questi i tre ingredienti che hanno reso l’Ovetto Kinder famoso nel mondo.

Fotografie di Patrizia Gaboardi
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