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Per molti è solo un albero

  • Immagine del redattore: patrizia gaboardi
    patrizia gaboardi
  • 14 ott 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 2 gen 2024

Di cosa stiamo parlando?! Dell’Alberone. Ok, ma … Cos’è l’Alberone?

Alberone, città di Tivoli

Una targa recita: “Monumento naturale di Tivoli città di pace. Da sempre luogo di incontro per le giovani generazioni tiburtine. Oggi, riqualificato, accoglie anche gli ospiti che qui giungono da ogni parte del mondo“

(L’amministrazione comunale 25-09-2004).

Di cosa stiamo parlando?! Dell’Alberone.

Ok, ma … Cos’è l’Alberone?


L’Alberone è un bellissimo cedro libanese di oltre 80 anni, un maestoso esemplare monumentale che troneggia all’ingresso della città di Tivoli, impossibile non notarlo.

Per gli abitanti della città, ma anche per chi Tivoli l’ha sempre frequentata, questo albero è molto più di un cedro libanese, è una vera e propria istituzione ed è ed è stato un punto di ritrovo e di aggregazione importantissimo per tutte le generazioni dei tiburtini. La mia sicuramente.

Alberone, Tivoli

L’Alberone racchiude in sé i ricordi di chi all’ombra delle sue chiome ha fumato la prima sigaretta, di chi, emozionato, ha dato il suo primo bacio o ha vissuto l’agitazione del primo appuntamento; oppure di chi si è incontrata con le amiche per il cinema o lo shopping e di chi vi ha trascorso del tempo a chiacchierare con gli amici.


Questo incredibile albero ha potuto, più di chiunque altro o di qualsiasi cosa, osservare l’evolversi delle vite di chi ha sostato sotto di sé per pomeriggi interi o qualche fugace momento della propria giornata: per anni ed anni ha messo assieme i sogni, le incertezze e le speranze, le lacrime e i sorrisi di tanti giovani. Grazie alla sua presenza, il posto in cui è collocato è passato dall’essere una anonima parte della città - uno spartitraffico angolare - a luogo speciale, pieno di significati.

La chioma dell’Alberone protegge dalla pioggia e ombreggia nelle giornate più calde; sovrastandoti, è in grado di avvolgerti come una coperta di Linus quando hai bisogno di un riparo dalla turbolenza delle emozioni che ti tormentano.


Questo cedro monumentale ha fatto provare a tutti noi la stessa sensazione che avvolgeva Heidi quando ascoltava il fruscio degli abeti posti nei pressi della baita, tra le sue montagne. Quella stessa Heidi che quando se ne allontanava ne percepiva costantemente la presenza grazie a quella memoria sensoriale che per nessun motivo al mondo poteva offuscarsi causando la perdita di quel ricordo che la legava a quei speciali abeti di montagna. Questo è l’Alberone. La lontananza non ce lo può far dimenticare, mai. Troppe cose ha ascoltato di noi, troppi ricordi ci legano a lui, tanti appuntamenti ha visto darci. Ci ha visto crescere.


Quando non vi erano i cellulari le frasi tipo dei ragazzi tiburtini erano: “ci vediamo alle 4 sotto l’Alberone”; “aspettami all’Alberone, dopo la scuola”; “per chi vuole andare al cinema, puntuali alle 3 sotto l’alberone!”. Oppure, “L’Alberone è pieno di quelli del liceo, vediamoci in “panoramica” – questa era un classico…

Eh sì, è entrano a far parte della nostra vita e di quel periodo in cui vi era spensieratezza, tutto era più semplice ed i sogni sembravano di facile realizzazione. Quel monumento naturale da uno dei tanti possibili luoghi di incontro è diventato “il luogo” meritando di essere, di diritto, il custode di infinite storie.


Ma sono convita che, ieri come oggi, il gigantesco albero, seppur apparentemente stanco, continuerà nel suo scopo poiché le generazioni attuali sanno benissimo chi è e cosa ha rappresentato per la città, per i propri genitori, zii, vecchi amici di famiglia.

L’Alberone, il nostro caro vecchio amico, merita di essere ricordato e salvaguardato, per sempre.


Alberone, Tivoli


Fotografie di Patrizia Gaboardi


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