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L'Imperatrice Teodora

Sovrane, imperatrici, donne faraone e primi ministri che hanno inciso il loro nome nella Storia, tra loro vi fu l’Imperatrice Teodora.

Tra le figure femminili del potere politico che hanno fatto la storia, regnando in un universo al maschile fortunatamente ci sono state alcune donne che hanno conquistato e saputo gestire il potere loro concesso anche per lunghi periodi: hanno tessuto relazioni, ricucito strappi, sposato un ideale, garantito prosperità economica e tenuto alla larga le ingerenze. Sovrane, imperatrici, donne faraone e primi ministri che hanno inciso il loro nome nella Storia, tra loro vi fu l’Imperatrice Teodora.


Teodora, Imperatrice bizantina moglie di Giustiniano I, nasce intorno all'anno 500 a Costantinopoli.

Nel 532, davanti ad una folla in tumulto che gridava "Vittoria! Vittoria", Giustiniano I, sovrano dell'Impero Romano d'Oriente, fu sul punto di fuggire da palazzo. All'improvviso con un appello appassionato la moglie Teodora si rivolse a lui e ai suoi ufficiali terrorizzati: "Non è terribile che un imperatore diventi un fuggiasco, se vuoi metterti in salvo con la fuga, imperatore, naturalmente puoi farlo, tuttavia, per quanto mi riguarda, io terrò fede al vecchio detto secondo cui la porpora è un lenzuolo funebre" (Procopio, La guerra persiana).

Impressionati da queste parole l'imperatore e il suo seguito, passarono all'azione; il valoroso generale Bellisario radunò i suoi uomini e andò contro la folla inferocita che nel frattempo si era radunata all'Ippodromo - un grande anfiteatro nelle vicinanze del palazzo. La repressione fu immediata. La cosiddetta rivolta Nika era finita quasi prima di cominciare.

Giustiniano uscì dalla dura prova più sicuro e potente di prima, proprio grazie alla determinazione di Teodora, alla quale egli rese il giusto merito decretando che partecipasse al suo fianco nel governo dell'impero, cosa che Teodora fece con spietata efficienza.

Teodora in realtà non era una signora ma proveniva da una famiglia di umili origini: il padre ammaestrava gli orsi all'Ippodromo di Costantinopoli, centro di sport popolari come il combattimento tra orsi e cani e la corsa di cocchi. Quindi è molto probabile che i primi compagni di giochi di Teodora, furono gli stallieri, le prostitute, i piccoli furfanti e quant’altro.

Tuttavia fu proprio lì che Teodora all'età di dodici anni cominciò a calcare le scene, nulla di strano se non fosse che, questo nell'Impero Romano d'Oriente equivaleva a entrare in un bordello.

Lo storico contemporaneo Prosopio, raccontava che Teodora, non era un'attrice di talento, però era bella, intelligente, piena di grazia e disposta a esibirsi in situazioni e atteggiamenti lascivi.

Considerando che, Procopio esagerò molti aspetti del passato dell’Imperatrice, dobbiamo prendere atto che sulla “immoralità” della futura imperatrice non vi sono molti dubbi.

Giustiniano divenne Imperatore nel 527 e Teodora (prima sua amante, poi sua moglie), che non aveva ancora trent'anni, fu incoronata al suo fianco.

Dopo il matrimonio, l’imperatrice riuscì a conquistarsi una buona rispettabilità, e ben pochi osavano mettere in dubbio la sua moralità, anche perché era meglio non averla come nemica.

Teodora disponeva di un esercito di spie che le riferivano chi sparlava del suo passato o criticava la sua condotta e chi si macchiava di questa “colpa" veniva gettato in prigione e torturato o anche “dimenticato” in quei posti, fino alla morte.

Di lei si raccontava che abbandonò suo figlio subito dopo il parto e che quando il ragazzo, anni dopo, le si presentò davanti, rivelandosi come suo figlio illegittimo, l'imperatrice lo fece letteralmente sparire, tanto che di lui nessuno ne seppe più nulla.

Ma Teodora fu anche una ferma sostenitrice della Chiesa orientale mostrandosi sempre intollerante verso i fedeli della Chiesa di Roma.

L'imperatrice fece costruire monasteri, orfanotrofi e ospedali per i più poveri; mise fine alla tratta delle prostitute, riscattandole dai bordelli per rieducarle e riportarle sulla retta via – ma non solo - dichiarò lo sfruttamento della prostituzione un reato punibile dalla legge.

Per suo marito e il suo impero, una donna come Teodora era quanto di meglio potesse loro capitare poiché il suo coraggio, il suo intuito politico e la sua forza di volontà furono un'enorme aiuto per Bisanzio.

L'imperatrice spinse sempre Giustiniano a prendere decisioni grazie alle quali la maggior parte degli storici lo considera uno dei grandi imperatori d'Oriente.

Il più famoso ritratto di Teodora è il mosaico L’imperatrice Teodora e il suo seguito (realizzato tra il 540 e il 548 d.C. ) posto nella Basilica di San Vitale a Ravenna.

La Basilica di San Vitale ha una storia antica: risale al VI secolo dopo Cristo.

Il mosaico, che si trova di fronte a quello di Giustiniano, rappresenta un'immagine simbolica dell'offerta dei doni imperiali alla Chiesa di Ravenna, ovvero, l'omaggio dell'Imperatrice a Cristo.

L'imperatrice è preceduta da due dignitari civili ed è seguita da uno stuolo di dame di corte: essa più che in procinto d'entrare in chiesa, sembra che stia per uscire dalla sala del trono del suo palazzo. Teodora è adorna d'un ricco diadema carico di perle e di gemme, è ricoperta da un grande manto color porpora, simbolo del potere imperiale, qui vi è intessuta, in basso, la scena evangelica dei tre Re Magi, a indicare sia il suo impegno religioso sia la dignità trascendente del potere imperiale bizantino.

L'imperatrice, preceduta da due dignitari e seguita da due dame che sono state identificate come Antonina, moglie di Belisario, e sua figlia Giovannina, offre un calice per la celebrazione della messa. Le altre dame del seguito sono nascoste dietro l'uniformità fisionomica tipica delle figure bizantine. Le linee di forza della composizione determinano all’interno della composizione un ritmo lento e solenne. Mentre, la disposizione delle figure senza profondità, sono rappresentate in una posizione rigidamente frontale che pone ciascuna di esse in relazione con l’osservatore. Le figure occupano quasi completamente la scena e sono allineate tutte sullo stesso piano, al punto che i loro piedi, posti in tralice, talvolta si incrociano e si sovrappongono in modo completamente irreale. Le tessere dorate dei due mosaici riflettono la luce creando un alone luminoso attorno alle figure smaterializzando ulteriormente lo spazio.

Nel mosaico vi è un contrasto fra colori scuri e colori chiari; la disposizione dei colori chiari e luminosi è posta nella metà destra della composizione, mentre i colori scuri sono relegati alla metà sinistra. Il perno centrale della composizione è affidato alla figura di Teodora, che assume il ruolo di figura più importante.


Ai Bizantini non interessa più creare immagini vere, ambienti reali: Cristo, la Madonna, l'Imperatore e i dignitari di corte sono considerati come simboli del potere spirituale o terreno e, di conseguenza, non sono più raffigurati come uomini comuni.

Teodora, nome che in greco, significa “dono di Dio”, la sovrana d’Oriente di eccezionale bellezza, affascinante, intelligente, astuta, fu insieme a Cleopatra la donna più amata e odiata dell’antichità, malgrado sottoposta alle maldicenze degli storici che non digerivano le donne-protagoniste.

La storia l’ha riscattata, oggi, l’utilizzo dell’immagine o del nome di Teodora a fini pubblicitari o comunicativi è molto diffuso, infatti, la sua figura ha ispirato l’immaginario dell’eroina in numerosi campi: dal teatro al cinema, dalle canzoni ai fumetti, fino alla moda e alla pubblicità.


Morì forse per una forma di cancro, tra i primi casi storici documentati di questa malattia.

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