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Fichi time.

Simon Denny

  • Immagine del redattore: Patrizia Gaboardi
    Patrizia Gaboardi
  • 7 ago 2013
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 15 giu 2021


Nato in Nuova Zelanda ma residente a Berlino, Simon Denny è considerato uno degli artisti concettuali più promettenti al mondo da due anni a questa parte. A questo giovane neozelandese è stato affidato il compito di realizzare un’opera per la Biennale d’arte di Venezia attualmente in corso, una notizia importante questa se si considera il fatto che finora a nessun suo connazionale è mai stato dato un simile incarico.


Analogue Broadcasting Hardware Compression, 2013, L’Arsenale, Biennale di Venezia.

Lunghissimo titolo per un’opera letteralmente compressa.

Simon Denny ha spesso giocato con i temi quali “spessore” e “volume”. Qui segue la tendenza e propone una sorta di monumento schiacciato dedicato alla tecnologia obsoleta. Tecnologia ben visibile nel dettaglio grazie alle numerose immagini utilizzate nell’installazione.


Il gesto di schiacciare questi vecchi televisori analogici è un chiaro riferimento agli attuali schermi digitali sempre più sottili e sempre più sofisticati. La metafora sta nel rivolgersi ad una società appiattita creata, per lo più, dai social media.

Il televisore ha un ruolo simbolico nelle opere di Simon Denny: simbolo del contesto socioeconomico che l’ha creato e simbolo, di conseguenza, di quei veloci cambiamenti che ne hanno decretato man mano la fine.

Denny ci dimostra come tutte queste innovazioni tecnologiche essendo in continua evoluzione ci costringono ad adattarci ed evolverci velocemente per restare a galla in un universo di informazioni in continuo movimento, in continua espansione, ma che, alla fine, se rimaniamo troppo distratti e passivi …. ci schiaccia?!

Photo by Patrizia Gaboardi


 
 
 

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